Frammenti di critica

Il pittore toscano ci avvolge con una serie di sollecitazioni visive caratterizzate da figure-archetipo, colore, materia e luce che fanno vibrare la superficie smembrandone l’unità in una molteplicità di tessere irregolari, ma perfettamente combacianti, che il serrato gioco delle dissolvenze cromatiche e delle oscillazioni luministiche rendono a-reali. Le modelle cosmiche di Podestà calcano una passerella astronomica, che ci si presenta come i vecchi marinai che si orientavano solo attraverso le stelle. Il fruitore dei dipinti di Podestà è chiamato a cercare all’interno del lavoro stesso le indicazioni per non perdersi. La Venus di Massimo ha conquistato il cosmo collocandosi al di sopra di un crogiuolo di possibilità cerebrali ed energetiche catalizzate dalla luce.

Maurizio Vanni

 La pittura intesa come strumento sottile attraverso cui pervenire dal materiale allo spirituale, all’esteriorità all’essenza interiore delle cose, deve essere per un artista non già un accidente o un’aspirazione probabile, quanto piuttosto una doverosa finalità. È questo il monito che con tutta la sua forza “investe” lo spettatore che abbia modo di ammirare le creazioni del maestro Massimo Podestà. Di lui, della sua pluridecennale attività creativa, è stato scritto e detto molto, poiché si tratta di certo di uno dei maggiori e più ammirati artisti attivi nel contesto internazionale. Definirlo pittore può risultare quasi riduttivo rispetto al carattere multiforme del suo talento creativo: Podestà, infatti, è anche architetto, designer, scultore, è più sinteticamente un “creatore” e un amante della bellezza in ogni sua forma. Ma è anche un cercatore di interiorità, un decifratore di simboli, un’anima in cammino alla ricerca della verità.

Daniela Pronestì

 La sua poetica si basa su una ricerca sperimentale continua. Si definisce un artista cosmico. Lo attrae la materia, il microcosmo e l’infinità dell’universo. Infatti in un suo scritto afferma: «materia, semplice materia, rozza materia, si potrebbe dire; al contrario è qualcosa di cosmico, contiene in sé il mistero dell’universo, è portatrice di energia universale, oserei dire di conclamata spiritualità paradigma dell’umano vivere e dell’esistenza oltre». Quello che vi chiediamo è di non guardare i quadri esposti semplicemente attraverso il gusto personale, ma sforzandovi di allenare il vostro occhio a catturare il gesto, la forza, l’intensità da cui essi sono costituiti.

Carlo Anzilotti